Di carta e di luce

(2000, Zanetti editore, 248 pagine, 12,91 euro)

Due diari-romanzo si intrecciano. E raccontano un viaggio inquietante tra la Francia e la Spagna, lungo una delle antiche vie verso Santiago de Compostela. Incontro a verità di prima mano ed a liste di libri proibiti.
In testa una domanda: chi è Anton Zaifa? Le ricerche nel “nuovo mondo” della rete non danno risposte precise. Rigby e Demo vanno a cercarle di persona, in un anno tra il 2005 ed il 2010. Ma il Caso prepara cambi di rotta e disillusioni (talvolta divertenti), minacce ed incontri fortuiti.

E c’è lo strano “monaco” di Vézelay, che insegue un controverso testo (ispirato al mistero di Rennes-le-Château) che qualcuno vorrebbe eliminare. Ha un progetto più alto, questo amanuense molto particolare: salvare la carta con la luce. Sullo sfondo, il “vecchio mondo” è lo scenario bello e malato di un’Europa a macchia di leopardo. Dove convivono ipertecnologia ed arcaismi. Dove la velocità non cancella l’ombra della lentezza. Dove l’immagine del Futuro ha l’impronta del Medioevo. Dove, nella tempesta delle informazioni, la verità non è mai assoluta.

 

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